NON VUOLE ANDARE A DORMIRE? In aiuto arrivano i PJ MASK…

pjmasks.jpgStanno spopolando tra i nostri bambini, sono i PJ Mask, tre simpatici e gentili bambini, Coonor, Amaya e Greg che, la notte, dopo aver indossato i loro pigiamini, si trasformano in super eroi, rispettivamente in Gattoboy, Gufetta e Geco. Il loro compito è quello di combattere le ingiustizie inflitte dai cattivi della serie Lunetta, i Ninja della notte e Romeo.

images.jpgIl loro motto al risveglio è: “Pigiamini pronti a fare festa, sarà una bella giornata anche questa”, già perché dopo aver risolto, durante la notte e grazie ai loro travestimenti e ai loro super poteri, tutti i guai che i tre cattivi procurano, Connor, Gufetta e Geco riprendono la loro giornata da “bambini normali”, mantenendo nell’anonimato la loro identità segreta.

1280x720-yot.jpgPerché anche io come il mio piccolo cucciolo amo questa serie di cartoni? Sicuramente apprezzo la grafica accattivante e ricca di colore, le storie dei pigiamini affrontano in maniera leggera e simpatica varie problematiche che possono affrontare i bambini in età prescolare, le loro avventure parlano della bellezza del condividere, del significato della amicizia, della giustizia, della possibilità di vivere nel mondo reale e di permettere allo stesso tempo di affiancare il mondo onirico, il mondo della fantasia, dove anche un bambino normale può, con l’aiuto dei suoi amici e della sua fantasia, vivere mille avventure.

Il momento del pigiama e dell’addormentamento è una festa, presto con gli occhietti chiusi, si potrà raggiungere quel mondo fantastico dove i bambini diventano super eroi.

img_8993.jpgCon L. amo giocare alla Supergattovelocità, che mi viene in aiuto ogni qualvolta ho fretta, e così lui tutto contento dal giocare questo gioco con me, scatta e corre e con facilità anche, quel momento di ritardo che fa parte della vita di noi adulti,  viene recuperato giocando nella vita dei nostri bambini. Mi piace la Vistagufetta, che ci aiuta a concentrarci sulle cose che osserviamo o che fanno parte del mondo reale, e anche in questo caso i due mondi, quello fantastico e quello reale si mischiano, generando la bellezza del gioco che solo un grande ed un bambino sanno realizzare insieme. Adoro quando L. fa il forzuto e con la sua Gecoforza mi aiuta a sollevare le buste della spesa.

Inutile dirlo, i Pigiamini mi hanno proprio stregato, se anche i vostri bambini sono dei fans dei PJ Mask vi lascio qualche link utile.

Le mascherine dei PJ Mask tutte da stampare a questo link. Gattoboy, Gufetta, Geco.

Colora Geco, Gattoboy e Gufetta.

PJ Mask. la sigla – link

Qualche episodio: il microfono d’oro – link – Ninja bus – link – Litigio con Gufetta – link

Vi piacciono i PJ Mask, conoscete qualche bambino che di notte si trasformi in Gattoboy o qualche dolce bambina che di notte diventi Gufetta? Condividete questo link su facebook e taggate le loro mamme e i loro papà, saranno contenti di realizzare qualche maschera e giocare con i loro bambini. Grazie!

TWIN PEAKS 26 anni dopo…..

Twin_peaks.pngSono passati 26 anni dall’ultima stagione di Twin Peaks, ed oggi, il 21 Maggio, andrà in onda la nuova stagione della saga che ha sconvolto la maggior parte dei ragazzi che hanno vissuto la loro infanzia negli anni ’90. Nell’arco degli ultimi due mesi ho rivisto la prima e la seconda serie di episodi, e sinceramente, mi hanno abbastanza delusa… Negli anni ’90, quando andava in onda la prima serie di Twin Peaks, ero poco più di una bambina, e ricordo che avesse  destato nella mia immatura esistenza e capacità di percepire la realtà, un primo alone di mistero e angoscia, ma riguardandola, dopo così tanti anni, mi sono resa conto che questo cult proprio non fosse più in grado di far presa su di me..

 

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Immagino che la spiegazione di questa palese delusione risieda nel fatto che, il linguaggio cinematografico, nonché il modo di affrontare le tematiche che si legano alla morte Laura Palmer, sia notevolmente cambiato in questi anni.

Ciò che ci spaventava allora adesso non ha più lo stesso effetto. Si sono modificate con il tempo le nostre arcaiche paure?

Unknown1Mi domando se la mia mente, prematuramente esposta a quel tipo di input, non sia stata in grado di accoglierli, nonché rielaborarli e portarli con se nell’arco di questi anni? Mi chiedo infatti perché, nella mia memoria, la saga di Twin Peaks si risolvesse con la cattura del colpevole, il padre di Laura, che agiva perché impossessato dallo spirito maligno di Bob, e non vi dico la mia sorpresa quando ho visto che, la serie continuava per un innumerevole numero di puntate dopo questo episodio, puntate che però, ancora una volta,  non hanno fatto una gran presa su di me, tanto è che,  non hanno lasciato traccia di una storia narrabile o degna di nota.

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Sicuramente guarderò la terza serie,  una saga come questa merita una seconda chance,  quanto meno per capire cosa succeda all’ispettore del FBI Dale Cooper, e poi vi saprò dire se ne sarà valsa la pena.

A preso M.V.

Per chi volesse riprendere le prime due serie senza riguardarle suggerisco questo link.

Se anche voi seguirete la terza stagione di Twin Peaks vi invito a condividere questo articolo su Facebook e a lasciare un vostro commento qua sotto. Grazie!

PsicoLogica… è anche Economia Domestica…. Roomba 865

Mi capita spesso di incontrare donne che lamentano il fatto di dovere fare tutto loro in casa, andando ad approfondire la questione, molto spesso il quadro che emerge è la necessità di queste donne di gestire e controllare ogni aspetto della vita domestica. Al marito o compagno o figli, spesso riservano una minima parte del lavoro, di norma l’attività di apparecchiare e sparecchiare la tavola, caricare la lavastoviglie, e portar fuori la pattumiera. blogger-image--1672099262Alcune volte questo comportamento appare legato alla costruzione della loro immagine di se’, legata al dover essere delle “perfette donne di casa”, buona parte del valore che si attribuiscono è legato alla buona riuscita di questo ideale, d’altro canto a chiunque si permetta di aiutarle, nonostante si lamentino sempre che nessuno collabori, la triste sorte che spetta è quella di essere smontati subito, per non aver eseguito il lavoro “a regola d’arte”. Così queste signore si trovano incastrate a realizzare un ideale che si autoimpongono estremamente impegnativo e molto spesso molto poco appagante, perché chi vive con loro tende a non apprezzare ciò che si trova costantemente servito “su un piatto d’argento”.

Proprio in quest’ottica, andando a lavorare su questa immagine idealizzata di sé mi capita di far notare a queste, in realtà “poco intraprendenti” donne di casa, che l’utilizzo della tecnologia agevola di gran lunga il lavoro in casa e concederebbe loro molto più tempo da spendere in attività molto più appaganti per loro.

Il prodotto che ritengo che più abbia rivoluzionato la mia vita in questo senso è “Il robot aspirapolvere” quello che ho io è un ROOMBA 865, proprio in questi giorni inserito nel volantino sottocosto Mediaword, che lo propone ad un prezzo di 429,00 euro. Se state pesando che sia una gran cifra mi sento di rispondere che “vale ogni euro che costa”.

Schermata 2017-05-13 alle 19.25.38.pngIo l’ho programmato in modo che si avvii tutte le mattine alle 10.00 e lui da bravo assistente,  gira per tutta la casa e riempie quotidianamente il suo cassettino di polvere. Le uniche accortezze sono lo svuotare quotidianamente il cassettino e ogni tanto pulire i rulli, ma vi garantisco che questa operazione è veramente semplice . Per evitare che possa incontrare intoppi per casa, non devono essere lasciate cose per terra e occorre verificare, controllandolo i primi giorni, se vi siano ostacoli che lo “intrappolino”, ma anche questo è semplice, se Roomba si blocca, vi parla e vi dice che si è incastrato.  Il Roomba 865 passa tranquillamente sui tappeti, evitando quelli con peli troppo alti nei quali si impiglierebbe, si ferma dove ci sono gradini e alla fine del suo servizio, ritorna autonomamente alla sua base di ricarica. E’ dotato di una spazzolina che raccoglie la polvere e le briciole anche da sotto i mobili e negli angoli e la sposta verso il centro dove ha la parte aspirante.

Il risultato di questo magnifico servizio svolto dal mio assistente di fiducia è un pavimento sempre pulito, come se tutti i giorni fosse passato l’aspirapolvere in tutta la casa.

Voi avete un robot aspirapolvere? Come vi trovate? Se vi va postate la vostra opinione nei commenti, e se vi è piaciuto questo articolo o avete qualche amica, un po’ “cenerentola”, condividete questo articolo su Facebook, trovate il pulsantino sotto.

E’ un problema mio?

E’ un problema mio? Ti sei mai fatto questa domanda? Anche se all’apparenza può sembrare una domanda altezzosa, arrogante, in realtà penso di tutt’altro si tratti.

Quanto tempo ogni giorno spendiamo alla ricerca di problemi da risolvere, ma quanti di questi sono realmente nostri? Immagino che il tuo punto di vista a questo punto inizi a spostarsi un po’… Ti sei mai chiesto cosa farebbero gli altri se non fossi tu a risolvere i problemi? Se non cadi nell’errore di sottostimare le capacità degli altri alla ricerca della tua esaltazione, molto probabilmente risponderai: “alla fine troverebbero il modo di risolvere il loro problema”.

keep-calm-and-non-e-un-problema-mio-5.jpg.pngA cosa serve risolvere i problemi degli altri? Se dovessi rispondere di pancia di direi, alla fine a niente, e ora provo a spiegarti perché. Quando ci impegnano per risolvere un problema altrui, magari senza neanche che l’altro abbia fatto lo sforzo di chiedercelo, quasi certamente, senza neanche accorgercene, ci troveremmo alla ricerca della riconoscenza di colui al quale, a nostro insindacabile giudizio, abbiamo rivolto le nostre attenzioni. Può capitare che queste attenzioni non arrivino, perché nella testa dell’altro non c’era che doveste essere voi a farlo, o semplicemente lo danno per scontato, li avete abituati, peggio ancora accade quando, facendo il lavoro al posto degli altri, insinuiamo il dubbio che noi sappiamo farlo meglio, così facendo all’altro arriva un messaggio di svalutazione che, produrrà come risposta, una svalutazione a sua volta, del lavoro che abbiamo fatto noi.

frustrazione_b_opt.jpgSi è venuto così a creare un circolo vizioso. Facciamo le cose al posto degli altri e anziché ricevere gratificazioni veniamo svalutati.

Come sdoganarsi da questa cosa? Iniziamo a porci quella famosa domanda: è un problema nostro?

Se la risposta è NO, impariamo a fare un passo indietro, a mettere gli altri nella condizione di risolvere il problema e a lanciargli il messaggio che, come lo fanno loro, nessuno sarà in grado di farlo. Risultato che ipotizzo: meno frustrazioni per tutti alias una vita più serena.

Buona vita a tutti M.V.

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Ridere fa bene… una comicità irresistibile quella dei Legnanesi

Ridere fa bene, ormai lo sappiamo tutti, i numerosi studi scientifici ci insegnano che ridendo il nostro cervello produce endorfine, le sostanze chimiche che producono benessere, si riducono gli ormoni dello stress, insomma ci si sente distesi e rilassati.

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Uno dei modi che preferisco, per passare una serata divertente, magari in compagnia delle persone a me più care, è quello di seguire la compagnia di Legnano, I LEGNANESI nei loro tour teatrali, così come nei vari momenti in cui realizzano piccoli intrattenimenti nei locali della zona.

I Legnanesi nascono come un gioco in un oratorio di Legnano nel 1949, quando Felice Musazzi, su imposizione dell’allora Cardinale Schuster, che vietava le rappresentazioni teatrali promiscue, decide di far interpretare i ruoli femminili da uomini travestiti: nasce così la compagnia teatrale interpretata integralmente da uomini.

Le mManifesto_ColomboViaggiatori-01-1.jpgaschere della Teresa (oggi Antonio Provasio) e della Mabilia (oggi Enrico Dalceri), accompagnate dal Giovanni (Luigi Campisi), interpretano le vicissitudini di una famiglia lombarda, quella dei Colombo, alle prese con le vari vicissitudini della vita.

Negli spettacoli dei Legnanesi non mancano mai messaggi positivi, la compagnia è sempre molto attenta alle diversità, alle ingiustizie, alla promozione dei messaggi dell’importanza della famiglia e del volersi bene.

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Immancabile in ogni spettacolo è la risata. Gli spettacoli della compagnia dell’oratorio di Legnarello, sono travolgenti, esilaranti, e col tempo le ambientazioni sceniche hanno raggiunto livelli di incanto.

Vi lascio il link dei prossimi spettacoli ( ecco le prossime date) e vi consiglio vivamente di andare a vederli, se ancora non lo avete fatto, e poi fatemi sapere cosa ne pensate!

A presto M.V.

Se ti è piaciuto questo articolo, e anche tu come me sei un fan della compagnia teatrale dei Legnanesi, ti chiedo cortesemente di condividere questo articolo, magari su Facebook, troverai il tasto proprio qua sotto. Grazie.

Blue Whale. Il terribile “gioco”.

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Che si tratti della descrizione della realtà o del tentativo di spiegare un gesto tanto disarmante, il servizio delle Iene della scorsa sera ha riportato alla attenzione di tutti il terribile gioco, il Blue Whale, che in Russia pare abbia già provocato più di 157 decessi per suicidio in bambini e giovani tra i 9 e i 17 anni.

VVBeYOSwWM4r3Lx4_pd.jpgCome per le Balene blu (Blue Whale appunto) che raggiungono le spiagge per suicidarsi, le menti dei giovani che si approcciano a questo gioco vengono plagiate a tal punto da indurli a suicidarsi buttandosi da un palazzo e filmandosi o facendosi filmare mentre compiono il terribile gesto.

hqdefault.jpgAttraverso i Social, Facebook in particolare, i ragazzi si avvicinano, pare per curiosità a questo gioco. I “Curatori” o Tutor, attraverso  abili tecniche manipolatorie e attuando  una sorta di desensibilizzazione sistematica, inducono nei ragazzi un fenomeno di alienazione a tal punto che, essi perdendo la percezione della realtà percepiscano come “normali”  tutti gli stimoli dati sino al cinquantesimo giorno, lasciando a questi giovani l’idea che l’unica possibilità sia  buttarsi nel vuoto. Per spiegarmi meglio è come se fosse attuato un blocco del pensiero e l’unica realtà esistente sia giocare alla balena blu.

imagesIl provocarsi ripetutamente dolore fisico, porta alla perdita della percezione fisica di tale dolore, per lasciare solo spazio a quello mentale. Questo gioco genera infatti, nei bambini e nei ragazzi, un profondo stato di depressione ed alienazione, che li induce a continuare a giocare fino alla fine. Vengono utilizzati video di omicidi e suicidi e i giocatori sono obbligati ad ascoltare continuamente musica depressiva, al fine appunto di indurre questo profondo stato depressivo.

E’ probabile che  vi sia anche un meccanismo mentale legato alla ricerca di notorietà e appartenenza, perché questo gioco genera una vera e propria community mondiale, dove i leader e gli esempi da seguire sono appunto ragazzi che si sono tolti la vita alla fine del gioco.

I ragazzi sono obbligati a mantenere il silenzio, specie con i genitori, vengono minacciati di essere puniti.

Queste sono le terribili regole che una rete di “folli” utilizzano per compiere lo scopo di generare fenomeni di suicidi di massa in giovani vittime:

1- Incidetevi sulla mano con il rasoio “f57” e inviate una foto al curatore

2 – Alzatevi alle 4.20 del mattino e guardate video psichedelici e dell’orrore che il curatore vi invia direttamente

3 – Tagliatevi il braccio con un rasoio lungo le vene, ma non tagli troppo profondi. Solo tre tagli, poi inviate la foto al curatore

4 – Disegnate una balena su un pezzo di carta e inviate una foto al curatore

5 – Se siete pronti a “diventare una balena” incidetevi “yes” su una gamba. Se non lo siete tagliatevi molte volte. Dovete punirvi

6 – Sfida misteriosa

7 – Incidetevi sulla mano con il rasoio “f57” e inviate una foto al curatore

8 – Scrivete “#i_am_whale” nel vostro status di VKontakte (VKontakte è il Facebook russo)

9 – Dovete superare la vostra paura

10 – Dovete svegliarvi alle 4.20 del mattino e andare sul tetto di un palazzo altissimo

11 – Incidetevi con il rasoio una balena sulla mano e inviate la foto al curatore

12 – Guardate video psichedelici e dell’orrore tutto il giorno

13 – Ascoltate la musica che vi inviano i curatori

14 – Tagliatevi il labbro

15 – Passate un ago sulla vostra mano più volte

16 – Procuratevi del dolore, fatevi del male

17 – Andate sul tetto del palazzo più alto e state sul cornicione per un po’ di tempo

18 – Andate su un ponte e state sul bordo

19 – Salite su una gru o almeno cercate di farlo

20 – Il curatore controlla se siete affidabili

21 – Abbiate una conversazione “con una balena” (con un altro giocatore come voi o con un curatore) su Skype

22 – Andate su un tetto e sedetevi sul bordo con le gambe a pensoloni

23 – Un’altra sfida misteriosa

24 – Compito segreto

25 – Abbiate un incontro con una “balena”

26 – Il curatore vi dirà la data della vostra morte e voi dovrete accettarla

27 – Alzatevi alle 4.20 del mattino e andate a visitare i binari di una stazione ferroviaria

28 – non parlate con nessuno per tutto il giorno

29 – Fate un vocale dove dite che siete una balena

dalla 30 alla 49 – Ogni giorno svegliatevi alle 4. 20 del mattino, guardate i video horror, ascoltate la musica che il curatore vi mandi, fatevi un taglio sul corpo al giorno, parlate a “una balena”

50 – Saltate da un edificio alto. Prendetevi la vostra vita

I genitori, i cui figli sono stati uccisi da questo gioco, dichiarano: “non potevamo immaginare quello che sarebbe successo, non c’erano segnali prevedibili”, e suggeriscono, con il senno di poi, di vigilare, di controllare le attività sui social dei figli, di stargli vicino e di farli sentire amati.

Ancora una volta pare che l’unica strada sia la prevenzione, attuata in primis dalla famiglia, questi argomenti fanno paura, ma occorre parlarne con i figli, far si che la realtà non sfugga dal campo della relazione, e occorre vigliare su cosa fanno e non lasciarli soli nel difficile compito di crescere.

Vi chiedo di condividere su Facebook questo articolo perché l’informazione è la prima forma di prevenzione. Grazie M.V.

CreativaMente in cucina… Sfoglia alla Marta salata e dolce….

Non legarsi allo stress e vivere in maniera più serena vuol dire anche mangiare cose che ci piacciono, ovviamente alternando cose che “ci piacciono tanto ma forse benissimo non fanno” a cose “sane che ci fanno bene”… E cosi per una cena veloce ma che soddisfa tutti vi propongo una ricettina tutta mia…

IMG_0424.JPGAllora il primo piatto, nonché unico, magari da servire con una insalatina è una semplice sfoglia (io uso quella tonda già pronta) dentro la quale metto del prosciutto cotto sul fondo, una mozzarella a dadini, dei pomodori abbastanza maturi a dadini e del prosciutto crudo sopra. Chiudo con qualche strisciolina di sfoglia spennellata con tuorlo d’uovo  e metto in forno, 230 gradi una ventina di minuti.

Dopo di che… siccome un dolcetto ogni tanto fa molto allegria, con la sfoglia avanzata, tagliata a quadratoni e spennellata d’uovo e zucchero, poi informata qualche minuto fino a doratura, in abbinamento a una crema pasticciera (io uso il bimby e in 7 minuti vel 4: due tuorli, 250 ml di latte, un po’ di vanillina, 25gr di maizena e 50 gr di zucchero) ecco realizzato un dolce che piace proprio a tutti.

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Cosa dirvi, buona cena a tutti…. M.V.

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COSA MI STAI DICENDO?

Molto spesso i miei pazienti mi riportano di non comprendere il perché delle loro reazioni a delle cose che le persone gli dicono.

Schermata 2017-05-12 alle 22.29.25Le persone si parlano, ma solo una minima parte del discorso passa attraverso le parole,  ciò che è sotteso al linguaggio,  è molto più rilevante di quanto le persone ci dicono. Bisogna imparare a fidarsi di sé e di quello che si sente, per farlo occorre un po’ di esercizio, occorre anzitutto porsi la domanda: “che cosa sento?”. Ad esempio può capitare di sentirmi caricare di rabbia, di tensione, è possibile che il messaggio che stia passando sia un atto aggressivo, travestito da conversazione, oppure posso sentirmi turbato, reagire in maniera reattiva a qualcosa che in realtà percepisco come offensivo, come qualcosa che mi ferisce.

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Il consiglio che mi capita di dare spesso è, quello di provare a rimandare all’altro, ciò che ci pare stia succedendo, ad esempio se sento che qualcosa mi sta ferendo, anziché reagire con una modalità aggressiva in risposta a ciò che io percepisco come un attacco, potrei provare a dichiarare che quello che mi sta dicendo mi offende o mi ferisce, con calma, aprendomi in maniera limpida e spontanea e poi,  stare semplicemente ad osservare cosa succede, quel che si suol dire… vedere l’effetto che fa…
Ci vorrà un po’ di tempo e di esercizio ma alla fine questa modalità ci metterà in comunicazione, in maniera più autentica e profonda agli altri, regalandoci molte soddisfazioni.

Provare per credere… M.V.

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CreativaMente… LE CHALK PAINT

La realizzazione e l’espressione di se’ attraverso la creatività sono una delle cose che prediligo fare nel mio tempo libero, come una magia scioglie tutti i nodi, le tensioni, allontana i fattori stressanti…. insomma un vero e proprio toccasana… Esistono mille modi per esprimersi creando, e, tra quelli che preferisco negli ultimi mesi, c’è il ridare nuova vita a mobili ed oggetti. Ho scoperto delle vernici, sono vernici all’acqua a base gesso, ne esistono di svariate case produttrici, ne esistono già comprensive di finitura che le rendono resistenti a praticamente tutto ed altre che cristallizzano stendendoci sopra una mano di cera.
IMG_9266Ad esempio, una vecchia cassapanca, acquistata tramite Shpock (devo ricordarmi di parlarvene, un metodo di acquistare in puro stile contrattazione da mercatino veramente interessante e divertente), ad un prezzo assolutamente irrisorio, (ma d’altronde era proprio mal messa, così come era, chi mai l’avrebbe tenuta come oggetto d’arredamento?, ma, come l’esperienza insegna, occorre guardare oltre, guardare alle potenzialità delle cose, così come delle persone, non soffermarsi a quel che appaiono, altrimenti si rischia di buttarle), può diventare un pezzo d’arredamento unico….  e così con un po’ di carta vetrata, una mano di primer, due mani di Autentico vinatage panint color ice cream e un po di cera colorata e trasparente ecco il miracolo….

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E come lei tanti altri pezzi hanno trovato nuova vita….. lampadari, specchi, comodini, secrétaire, sedie…. per vedere tutte queste creazioni basta andare sulla pagina fcb manidimamma… (se cliccate vi apre il link!) li li trovate tutti.

A presto M.V.

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13 Reasons Why. La nuova serie di Netflix

13 Reasons Why, è una nuova serie televisiva americana lanciata in Italia su Netflix che sta spopolando tra i nostri adolescenti.

13-reasons-why_0.jpgLe tematiche affrontate in questa serie sono estremamente delicate e per alcuni aspetti particolarmente pesanti e difficilmente affrontabili, tra queste le più rilevanti sono il cyberbullismo e lo stupro. Il tema principe di quesa serie, che ho guardato tutta d’un fiato, curiosa di capire da cosa fosse così attratta mia figlia adolescente nel corso delle ultime sere, è quello del suicidio. Hannah è una adolescente americana come tante, ma per colpa di una foto fatta girare su internet, si trova intrappolata in un labirinto di giudizi, che non fa altro, che confermare l’idea di essere giudicata una “ragazza facile”.

13-Reasons-Why-GIFs.gif13 sono le ragioni per cui Hannah decide di suicidarsi, tagliandosi le vene e lasciandosi morire all’interno della vasca da bagno, questa scena viene illustrata al pubblico nel pieno della sua crudezza, viene perfettamente inscenato il dolore che prova questa ragazza compiendo questo gesto, allo scopo, sostengono gli autori, di far capire che non possa questa essere considerata una scelta possibile e che sia qualcosa di atroce e terribilmente  doloroso, soprattutto per chi rimane. E’ straziante vedere il dolore dei genitori di Hannah e quello delle persone tra cui Clay che si impegnano per cercare una ragione.

il-cast-di-tredici-maxw-1280.jpg13 appunto sono i personaggi accusati della sua stessa morte da Hannah in 13 audiocassette, che lei stessa lascia in consegna ad un amico il giorno del terribile gesto. In queste cassette Hannah parla in maniera dettagliata e sincera, delle relazioni adolescenziali, della cattiveria con la quale si possa far del male senza nemmeno accorgersene, e della forza distruttiva dello stupro.

Un elemento che emerge con forza è l’errore nel credere che “ad un amico si possa concedere tutto e che amicizia voglia dire essere fratelli e coprirsi qualunque cosa si faccia”. Uno dei messaggi che si cerca di far passare è quello della possibilità di parlare delle cose di cui ci siamo pentiti, ognuno di noi, a detta degli autori, ha qualcosa del quale si è pentito, e la possibilità di raccontarlo lo renderebbe meno terribile e meno forte.

13-reasons-why.jpgIl messaggio che sul finale si cerca di passare è un messaggio di speranza, l’invito è quello di rivolgersi ai propri genitori, che non devono essere né degli amici, né dei confidenti, non devono quindi sapere tutto, ma se c’è qualcosa di “importante” LO DEVONO SAPERE.

13 mi ha lasciato parecchie perplessità, sono contenta di avere scelto di guardare le ultime puntate con mia figlia, e di essermi permessa di domandarle delle cose, tra cui se si rivedesse in qualcuno dei personaggi e perché, di cosa ne pensasse di questa serie e altro…. Questa serie è vietata ai minori di 14 anni e solo alcune puntate raccomandano la presenza di un adulto. Il consiglio che mi sento di dare è quello di supportare i vostri figli nella visione di questa serie, di aprire dei dibattiti con loro e di non aver paura di parlare di stupro, di insegnare alle nostre ragazze in particolare, come sostengono gli autori, la bellezza del dichiarare il proprio desiderio di fare l’amore, quando si è pronte, e di come questo appaghi a pieno il desiderio di sicurezza dei ragazzi stessi, di parlare di bullismo e  dell’uso della tecnologia, di non sottovalutare l’importanza che può avere per un adolescente una   frase mal scritta o una foto male interpretabile, d’altronde basta osservare quanto tempo dedicano all’essere social per capire quanto sia importante per loro, queste cose per loro non sono un gioco, ma è la loro vita, che lo vogliate o meno. Occorre parlare coi nostri figli   di suicidio e di riportare a realtà, quale sia il dolore che provoca, in chi resta, chi sceglie di fare questo terribile  gesto.

13 è una serie sicuramente interessante e della quale sentiremo molto parlare nei prossimi mesi, vi invito, se siete genitori a guardarla (vi lascio il link del trailer in italiano) e poi a farmi sapere cosa ne pensate, invece se siete ragazzi, questa è una buona occasione per condividere le vostre impressioni.

Buona Visione M.V.